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ACQUISTO SERRAVALLE TUTTO SI AFFLOSCIA LENTAMENTE

FOTO LOMBARDI
Ci si stupisce che la Corte dei Conti rallenti. Ieri 2 aprile  2014   la prima udienza sui presunti danni erariali per l’ acquisto delle azioni Serravalle . A fine udienza nessun giudizio. La sezione giurisdizionale della Corte ha di fatto sospeso il procedimento contabile in attesa degli esiti di quello penale. Alla procura di Monza, infatti, esiste un fascicolo aperto dal pm dottor Mapelli e dal pm dottoressa Macchia, sulla vicenda anche a causa del tempo trascorso, pare destinata all’archiviazione.
L’operazione di acquisto del 15% della Milano-Serravalle da parte della Provincia di Milano (giunta Penati) dal gruppo Gavio ha provocato un danno erariale complessivo di oltre 100 milioni di euro, questo e quanto ha indicato il procuratore regionale della Corte dei Conti della Lombardia, Antonio Caruso, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Il tutto nasce dall’ indagine della Procura di Monza per il Caso Serravalle, secondo il quale vi è una data falsa che incastra Penati e Princiotta. La delibera della Giunta Provinciale decide in gran segreto l’acquisto delle azioni della Serravalle è del 29 luglio 2005. La relazione della Vitale & associati, che certifica che il prezzo pagato è giusto, viene redatta a cose fatte, a partire dal 1 agosto 2005, e consegnata nei giorni seguenti. Eppure un appunto scritto a mano sulla delibera dal braccio destro di Penati, Antonino Princiotta, segretario generale della Provincia, dice che il report dei consulenti è stato ricevuto e allegato in data 29luglio. Per la procura di Monza la dichiarazione di Princiotta è un falso in atto pubblico.

TRATTO DAL LIBRO
Il 21 luglio 2005 la Provincia affida alla Vitale & Associati un incarico “per l’assistenza per il progetto di quotazione in Borsa della Milano Serravalle”. Tecnicamente è una Determinazione dirigenziale firmata dal direttore del settore Partecipazioni, Antonino Princiotta, ex segretario della Provincia, anch’egli indagato a Monza. Continua a leggere

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Tribunale di Monza . Paolo Romani, condannato a un anno e quattro mesi.

Paolo Berlusconi incontra Paolo Romani e Luca Barbareschi

Il capogruppo al Senato di Forza Italia, Paolo Romani, è stato condannato a un anno e quattro mesi per lo scandalo delle maxi bollette telefoniche. L’accusa, pronunciata dal gup Alfredo De Lillo, è di peculato. è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione per peculato. Questa la decisione presa dal Tribunale di Monza sul caso del telefonino del Comune (all’epoca dei fatti Romani era assessore all’Urbanistica e ad Expo a Monza) dato in uso alla figlia. Le indagini erano state condotte dai pm Donata Costa e Walter Mapelli. Romani è finito sotto accusa per un uso troppo «disinvolto» del telefonino che il Comune di Monza gli aveva dato in comodato, per il suo incarico di assessore all’Expo, tra il 2011 e i primi mesi del 2012. e per l’importodi 5 mila euro in un paio di mesi.
Scandalo che aveva travolto l’intera giunta monzese di centrodestra dell’epoca, Continua a leggere

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