torrepace2rj6

Fare Metropoli processo per 4, La Repubblica articolo di Sandro De Riccardis

ARCHIVIAZIONE per sette indagati, processo per finanziamento illecito per quattro. Sono le richieste del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pm Antonio D’ Alessio, per i finanziamenti a “Fare Metropoli”, l’ associazione dell’ ex presidente della Provincia Filippo Penati, che resta indagato a Monza, considerata dai pm brianzoli «mero schermo» per raccogliere denaro per le elezioni 2009 e 2010. Chiesta l’ archiviazione per l’ ex presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, l’ imprenditore Enrico Intini, l’ allora presidente della Banca di Legnano Enrico Corali, e altri quattro imprenditori, perché «non erano consapevoli di finanziare illecitamente l’ attività politica di Penati». Chiesto il processo per Carlo Angelo Parma, responsabile finanziario di “Fare Metropoli”; Pietro Rossi, rappresentante legale dell’ associazione, l’ imprenditore Roberto De Santis e l’ architetto Renato Sarno, ritenuto dai pm monzesi, «collettore delle tangenti» di Penati.

(s. d. r.)26 ottobre 2013 6 sez. MILANO

Fare Metropoli processo per 4, La Repubblica articolo di Sandro De Riccardis

ARCHIVIAZIONE per sette indagati, processo per finanziamento illecito per quattro. Sono le richieste del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pm Antonio D’ Alessio, per i finanziamenti a “Fare Metropoli”, l’ associazione dell’ ex presidente della Provincia Filippo Penati, che resta indagato a Monza, considerata dai pm brianzoli «mero schermo» per raccogliere denaro per le elezioni 2009 e 2010. Chiesta l’ archiviazione per l’ ex presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, l’ imprenditore Enrico Intini, l’ allora presidente della Banca di Legnano Enrico Corali, e altri quattro imprenditori, perché «non erano consapevoli di finanziare illecitamente l’ attività politica di Penati». Chiesto il processo per Carlo Angelo Parma, responsabile finanziario di “Fare Metropoli”; Pietro Rossi, rappresentante legale dell’ associazione, l’ imprenditore Roberto De Santis e l’ architetto Renato Sarno, ritenuto dai pm monzesi, «collettore delle tangenti» di Penati.

(s. d. r.)26 ottobre 2013 6 sez. MILANO

La Ecis nel frattempo diventa Milanopace spa (2003), società di costruzione che coinvolge dalemiani di ferro come il presidente del consiglio d’amministrazione, il leccese Roberto De Santis, 53 anni, amico fraterno di Massimo D’Alema, che proprio da lui aveva acquistato la barca a vela Ikarus. «Da anni De Santis è al centro di una ragnatela di incroci societari, da Bari a Genova passando per Londra e Montecarlo, con uomini d’affari di fede dalemiana», racconta l’Espresso del 23 settembre 2011. Amministratore delegato di Milanopace è Pietro Gonnella, il più fidato manager di Enrico Intini, grande imprenditore barese anch’egli vicino a D’Alema, il quale detiene il controllo azionario della società. Nel collegio sindacale siede poi Salvatore Castellaneta, avvocato brindisino in ottimi rapporti con D’Alema, coinvolto come indagato nell’inchiesta di Bari sulla sanità, che ha colpito il parlamentare Alberto Tedesco e il dalemiano Sandro Frisullo, ex vicepresidente della Regione, imputato per storie di corruzione, sesso e appalti. Dell’“affare” si interessa anche Giampiero Tarantini, il 22 marzo 2009 (è agli atti dell’inchiesta di Bari). Tarantini, intercettato, chiede a Berlusconi – annota la Finanza – di «parlargli di una cosa di Sesto San Giovanni dove insieme a un amico hanno costruito delle “cosine”».

I pugliesi a Sesto

Enrico Intini, imprenditore pugliese di Noci, circa 20.000 abitanti in provincia di Bari, cinquantenne, anch’egli indicato come amico di D’Alema, figura invece quale donatore di 20 mila euro e poi di altri diecimila all’Associazione Fare Metropoli di Penati per conto di sue società, la S.M.A. spa e la Servizi Globali srl, parte della galassia di società dell’imprenditore attive nelle costruzioni soprattutto pubbliche e stradali, nel controllo del territorio per la prevenzione incendi e la tutela dell’ambiente e nella gestione dei rifiuti (3.400 dipendenti).

Gianpaolo Tarantini, Enrico Intini, Roberto De Santis, Canio Scianatico, Lorenzo Gorgoni, Salvatore Castellaneta sono i pugliesi indicati come imprenditori vicini al Ds-Pd e, in particolare, a D’Alema, il quale però smentisce la prossimità. Nel 2003, però, stranamente proprio loro piombano a Sesto, creando la spa Milanopace, che incorpora la Ecis di Vincenzo Borrelli, proprietaria dell’area e del progetto immobiliare firmato da Renato Sarno, battezzato le Torri del Parco e lanciato nel 2001 dalla giunta di Penati con un Piano Integrato d’Intervento che regalava ai costruttori, attraverso vari artifici consentiti dalle leggi regionali, volumetrie aggiuntive a iosa e una bonifica leggera del terreno inquinato, aprendo le porte ad un classico affarone del mattone, nel quale, appunto, i pugliesi si tuffano. E pure Vincenzo Borrelli (rimasto socio di minoranza in Milanopace), classe 1944, napoletano d’origine, sestese di adozione, vicino alla sinistra sestese.

 

Imprenditore pugliese di Terlizzi è anche Canio Scianatico, ad della Fantini Scianatico, nata nel 2002 dall’unione dei gruppi Ala Fantini di Lucera e Laterificio Pugliese di Terlizzi, società leader a livello nazionale nella produzione e commercializzazione di materiali per l’edilizia. E pure l’altro socio di Milanopace, il banchiere d’affari Lorenzo Gorgoni, ai vertici della Banca del Salento tra il 1973 e il 2000, banca acquistata da Mps, di cui Gorgoni diventa socio, entrando anche nel cda di Monte dei Paschi e assumendo nel 2003 la vicepresidenza di Monte Paschi Asset Management SGR, ruolo che ha mantenuto fino al 2009. A marzo 2013 la Procura senese ha disposto perquisizioni in abitazioni riconducibili ai consiglieri Lorenzo Gorgoni e Michele Briamonte (non indagati) nell’ambito di un nuovo fascicolo sull’ipotesi di “insider trading”. Infine, nel cda della Milano Pace siede anche Salvatore Castellaneta, avvocato barese anello di congiunzione e amico di Intini e De Santis. Scrive Il Giorno del 10 novembre 2005 sull’operazione immobiliare:

 

Il presidente Roberto De Santis ha presentato i lavori che la società stava realizzando sull’area Milanopace. Lungo via Pace ci saranno quattro edifici tra i dieci e i 14 piani: conterranno 250 appartamenti, teleriscaldati, dotati di box e posti auto interrati. Al piano terra ci sarà un supermercato Gs [oggi Gruppo Carrefour Italia, NdR], tre negozi destinati a servizi pubblici, tra cui una farmacia, e uno spazio pubblico chiuso, una sorta di serra come luogo di ritrovo. Al centro dell’area ci sarà un parco che sarà collegato, tramite ciclabili, con le altre aree verdi del quartiere. Sul lato di via Milano, invece, saranno costruiti gli alloggi comunali (42 appartamenti) e i mini-appartamenti ad affitto temporaneo per studenti o lavoratori (tra gli 80 e i 100 posti). «È un progetto che va incontro alle esigenze della città, sotto tutti i punti di vista», ha detto il costruttore sestese Enzo Borrelli, uno dei soci di Milanopace. «Abbiamo mantenuto i costi bassi, mediamente sui 2.600 euro al metro quadrato, che è tra il 10 e il 12 per cento in meno del prezzo di mercato a Sesto, perché sappiamo che è un momento difficile».

 

Nelle torri di via Pace vive attualmente Giordano Vimercati, per anni braccio destro di Filippo Penati e suo capo di gabinetto in Comune e provincia, e oggi in rapporto professionale, come risulta alla Guardia di Finanza, proprio con Enrico Intini. Nel 2005 Vimercati figura con Vincenzo Borrelli e il figlio Luca in una strana società, Intesa Casa (1,5 milioni di capitale sociale), nata il 24 gennaio 2005 forse con lo scopo di sfruttare le opportunità offerte dalla pubblicazione, nel 2004, da parte del Comune di Sesto San Giovanni, dell’avviso pubblico relativo ai cosiddetti Piani Integrati Sportivi: piani finalizzati ad ottenere da operatori economici, cooperative e imprenditori edili la ristrutturazione di alcuni impianti sportivi sestesi in cambio della concessione di bonus edilizi vari (palazzi, alberghi, capannoni), da realizzare sulle aree delle strutture sportive. L’idea abortì per l’opposizione di una parte  della maggioranza oldriniana, in particolare i Verdi. La società di Vimercati e Borrelli si sciolse appena due mesi dopo la nascita.

Scrive Andrea Galli sul Corriere della sera del 25 settembre 2011, a qualche mese dall’esplosione giudiziaria del Sistema Sesto:
«La Milanopace è la società di amici di Massimo D’Alema e di ottimi conoscenti di Gianpi Tarantini, procacciatore di escort per il premier Silvio Berlusconi. L’uomo che conta. Nel verbale dell’incontro in Comune, il 23 novembre 2001, sul futuro di via Pace, in rappresentanza della Ecis srl (cessata nel 2004 e incorporata dalla Milanopace) c’erano due cognomi noti. Sarno e Borrelli. Sarno è l’architetto che aveva progettato il San Raffaele Quo Vadis, l’ospedale del benessere in provincia di Verona mai realizzato da quel San Raffaele di don Verzé indebitato per un miliardo e mezzo di euro. Enzo Borrelli, napoletano del 1944, appoggi trasversali in politica, uno che, dicono, a Sesto conta, figura silenziosa eppure presente, discreta eppure influente, è stato in società con Giordano Rasputin Vimercati. Uomo ombra di Penati, Vimercati è l’uomo che tutto sa e nulla dice; abita proprio nelle torri di via Pace, strada vicino la quale, nel 2000, la costruzione di 138 box venne di colpo sospesa. Durante le operazioni di scavo erano emersi rifiuti chimici. Veleni a montagne…».

Ma le sinergie tra Sesto e il gruppo dei pugliesi proseguiranno. Nel febbraio 2007 Borrelli e De Santis fondano un’altra immobiliare: la Edilmalpensa, società proprietaria di terreni e fabbricati vicino a Gallarate e all’aeroporto Malpensa di cui si prevede un allargamento. Coincidenza vuole che nel cda dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, figurasse all’epoca uno storico amico di De Santis, Franco Pronzato, il responsabile trasporti del Pd arrestato il 28 giugno 2011 per una presunta tangente da 40 mila euro, secondo quanto contestato dai pm, finalizzata a favorire il rilascio di un certificato di idoneità alla compagnia aerea Rotkopf Aviation Limited per coprire le tratte Pisa-Marina d’Elba e Firenze-Marina d’Elba, Pronzato poi patteggerà la pena. Insieme a lui entrano in prigione i titolari della compagnia di volo Viscardo e Riccardo Pagamelli. Dei 40 mila euro la metà sarebbe stata ceduta, secondo le carte dell’ inchiesta, a Vincenzo Morichini, ex amministratore di Ina Assitalia di Roma, imprenditore vicino a Massimo D’Alema e vecchio socio di De Santis. Anche Morichini, indagato, ha poi patteggiato davanti al gip di Roma con la restituzione dei 20 mila euro, provento del reato, e un anno e 6 mesi di reclusione con sospensione della pena.

 

Lascia un commento

Archiviato in SISTEMA SESTO, URBANISTICA DI RITO SESTESE

Lascia un commento